È stato presentato quest’oggi, 5 gennaio 2007, nel corso di un’affollata conferenza stampa tenuta presso il Municipio di Verona, il Comitato perché la chiesa di San Pietro Martire resti cattolica e contro il relativismo religioso. Il comitato intende contrastare la scellerata decisione da parte della Curia di Verona, particolarmente nelle persone del Vescovo Flavio Roberto Carraro e del Vicario Generale della diocesi Mons. Franco Fiorio, di concedere seppure parzialmente ai luterani la casa natale (poi divenuta chiesa) del Santo co-Patrono di Verona, San Pietro Martire, ucciso per mano catara a Seveso (Mi), il 6 aprile 1252. I luterani sono gli eredi spirituali degli assassini del Santo.

Sbagliava il Santo o gli odierni relativisti religiosi, che si garantiscono vita comoda e pace col mondo, disprezzando l’unicità salvifica di Gesù Cristo e della sua Chiesa? Cosa chiederà innanzi al trono di Dio San Pietro da Verona per la sua diocesi e per i traditori che ora lo stanno vendendo agli eretici, egli che sopportò il martirio per la Chiesa Cattolica? Chiederà forse scusa per aver sbagliato a non nascere nella fortunata epoca del concilio vaticano II, quando con un incontro e una prece interreligiosa si appiana tutto? O, memore del detto di San Cipriano, secondo cui “non può aver Dio per padre, chi non ha la chiesa per madre” (De unitate Ecclesiae, 6) chiederà un castigo medicinale che riconduca gli apostati, gli erranti e gl’indifferenti abbrutiti nel loro gretto materialismo alla verità cattolica di sempre? O, per maggior castigo, che il Cielo non voglia!, Dio abbandonerà a se stessi gli scettici e i traditori ostinati della Fede, affinché colgano nell’impenitenza finale il frutto eterno dei loro peccati: l’Inferno? Non sappiamo. Sappiamo bene però che non ci si può, né ci si deve rassegnare a tanto male. Sarebbe mancare di carità verso Dio, verso il Santo, verso i nostri fratelli, verso noi stessi e verso gli erranti stessi. Sarebbe complicità e questo non lo vogliamo, sicché scuotiamo perfino la polvere dei nostri calzari, pur di non avere nulla in comune con chi svende la nostra augusta Fede.

Chiunque voglia aderire al neonato comitato, ch’è aperto a tutti, può farlo mettendosi in contatto con i responsabili (Maurizio-G. Ruggiero e Matteo Castagna) ai recapiti sopra indicati.

La prima iniziativa di protesta (fra le tante in cantiere e che terranno in scacco la Curia progressista per molti mesi) è scattata già quest’oggi e continuerà per tutta la giornata di domani, con preghiere riparatorie (a partire dalle 15.30), volantinaggi nel quartiere di Santo Stefano, innanzi alle chiese (Cattedrale inclusa) e per le strade e prenderà di mira anche la consueta liturgia della foresta per gl’immigrati, con tanto di balli e tamburi, che ogni Epifania il vescovo Carraro inscena sotto le volte otto volte centenarie del Duomo consacrato all’Assunta.

Dopo il ciclo di Natale si apre in effetti il periodo di Carnevale e quella del 6 gennaio da parte di Carraro è la più autorevole candidatura che finora si conosca a Papà del Gnoco, la principale maschera del baccanale scaligero.